Cathedral Cove: un'altra vittima dell'over tourism

La vedete questa foto? Ecco, è stata una delle mie più grandi delusioni. E guardandola, penserete, ma come può essere una delusione questa spiaggia?
Beh, ora ve lo spiego.
E lo faccio con un certo dispiacere, perché è una di quelle cose che proprio speravo di non trovare in Nuova Zelanda: un paese che viene spesso elogiato per la sua natura incontaminata e il turismo responsabile. E invece, mi sono trovata di fronte all’ennesimo caso di sovraffollamento turistico completamente fuori controllo.
Contesto necessario
Okay, ci sono delle premesse da fare:
Il sentiero per raggiungere Cathedral Cove è stato chiuso per due anni ed è stato riaperto giusto in tempo per questa stagione turistica.
Io ci sono andata il 25 dicembre, ossia nel bel mezzo dell’estate neozelandese e, incidentalmente, a Natale.
Mi aspettavo sicuramente di trovare più gente del solito, ma non il delirio che mi si è parato davanti. E soprattutto, non in un’area che lo stesso Department of Conservation descrive come una riserva marina istituita per proteggere la biodiversità e l’ecosistema.
Beh, di protetto c’era ben poco.
Nessun controllo
L'ingresso per il sentiero che ti porta fino alla spiaggia, non ha alcun tipo di regolamentazione. Niente controlli, niente limiti al numero di persone, niente guardie forestali che almeno ti dicano: “Ehi, magari non portarti la griglia e un gazebo”. Solo navette su navette che continuano scaricare persone.
Persone che, a quanto pare, non sono tanto diverse da noi italiani il giorno di Ferragosto al mare. Super attrezzati per fare grigliate in spiaggia e piantare tendoni. Ripeto, in un luogo che fa parte di una riserva marina.
L'arrivo alla spiaggia
Il sentiero che porta alla spiaggia è in realtà molto bello: ha parecchie discese e salite e può risultare impegnativo, e questo speravo che scoraggiasse un po' di persone (ma quando mai).
Si passa attraverso una foresta di felci di ogni dimensione, e nei punti più alti si ha una splendida vista sul mare. Quindi dopo 40 minuti di camminata io non vedevo l'ora di arrivare, togliermi le scarpe e godermi questa meravigliosa spiaggia.
La grande delusione
Ma appena scesi gli ultimi scalini, pronta a mettere i piedi sulla sabbia, il sogno si è infranto.
Mi si è presentato un panorama sconcertante e ricordo bene di aver pensato: okay, non sono mai stata in Thailandia ma è così che mi immagino le sue spiagge prese d'assalto.
Un’orda di turisti accalcati sotto l’arco (dove, tra l’altro, c’è un cartello enorme che dice di non sostare lì perché potrebbe crollare); poco spazio per stendere un asciugamano, figuriamoci per rilassarsi, e rifiuti sparsi qua e là.
E ciliegina sulla torta: la maggior parte delle persone non aveva nemmeno voglia di affrontare 50 cm d’acqua per superare il tratto di alta marea e scoprire l’altra parte della spiaggia. Perché? Perché erano lì solo per la foto di rito. Quaranta minuti di cammino per una foto e via.
Un piccolo angolo di pace... ma comunque un po’ amaro
Io e mio fratello ci siamo ovviamente messi in costume e abbiamo superato il punto d'alta marea per almeno fare un bagno, e lì la spiaggia era decisamente più tranquilla. Siamo riusciti a respirare un po’ e a goderci un bagno senza odore di griglia e curry.
Ma il problema rimane: come può un posto protetto essere lasciato così allo sbaraglio?
Non voglio fare quella che si lamenta perché c’era “troppa gente” – i luoghi belli è normale che attirino visitatori. Ma il punto è come vengono gestiti. Non c’è alcuna regolamentazione, nessuna educazione ambientale, nessun limite per preservare un posto che dovrebbe essere tutelato. Cathedral Cove mi ha lasciato l’amaro in bocca non per la folla in sé, ma per la totale mancanza di rispetto per il luogo.
Se nessuno prende provvedimenti, quanto ci metterà a diventare l’ennesimo paradiso rovinato dal turismo di massa?
Ci sono posti incredibili in Nuova Zelanda che riescono ancora a mantenere un equilibrio tra turismo e natura, ma questo, purtroppo, non è uno di quelli.
E tu, hai mai vissuto una delusione simile in viaggio?

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